Protagonista di oggi per l'iniziativa di "Voglio essere anch'io... kreattiva" è Maria Giovanna una bravissima creativa esperta di pasta polimeriche che sul suo blog Alberta Bijoux Fimo Blog ci insegna come creare tanti oggetti e bijoux con questo materiale davvero straordinario.
Raccontami cosa fai nella vita, quali sono le tue passioni creative e quali
sono i tuoi interessi
Dopo aver lavorato per anni nella scuola, ora per scelta sono una mamma
creativa a tempo pieno con una grande passione per le paste polimeriche e per la
scrittura creativa.
E poi c'è il mio blog, che raccoglie tutte e due le mie passioni. Alberta
Bijoux Fimo Blog prende il nome da mia figlia Alberta, senza dubbio la mia
creazione migliore!
Raccontami come è nato il tuo blog, cosa ti ha spinto ad aprirlo e cosa ti
appassiona di questa avventura sul web
Il mio blog è nato per il piacere di mescolare alle paste modellabili,
oltre le mie emozioni ed esperienze, anche la mia passione per la scrittura.
Spesso infatti i tutorial dedicati al fimo sono accompagnati da una fimo-story
che permette di entrare, in modo originale, nel magico mondo delle paste
polimeriche.
Di questa avventura sul web, dove tutto sembra possibile, mi appassionano
gli imprevedibili sviluppi, il confronto con altre creative, lo scambio di idee
e di consigli.
Qual'è la tua tecnica preferita e come è nata la tua passione per questa
tecnica
La mia passione per le paste polimeriche è nata dopo un percorso formativo
e lavorativo che mi ha portato sempre più a specializzarmi nel campo dei
linguaggi espressivi, dei laboratori creativi e sensoriali, sperimentando così
sempre nuove tecniche e materiali che mi hanno permesso di conoscere da vicino
le paste polimeriche le quali mi hanno conquistata subito per le loro infinite
potenzialità.
Cosa ti spinge ad essere "kreattiva"
Mi spinge ad essere "kreattiva" il piacere per la condivisione. La
creatività senza condivisione e confronto non può nè svilupparsi nè
crescere.
Nel laboratorio di Alberta Bijoux il fimo è di casa e la Primavera è nell'aria, ho il piacere di presentarmi con un tutorial per realizzare una Albertina, un’originale Bambolina bijoux che oggi vestiremo insieme di un abito polimerico dalla fantasia che ricorda proprio quella del prato fiorito di violette che ho davanti ai miei occhi.
Eh, sì, quante di noi
hanno sognato di indossare un vestito che non si sgualcisse mai, fatto di un
tessuto destinato a durare nel tempo? Ecco la soluzione, almeno per le nostre
bamboline: gli abiti in fimo, un duttile materiale plastico modellabile termoindurente!
Strutturati, leggermente flessibili e super personalizzabili e destinati a
durare nel tempo. Adoro le paste modellabili, infatti, proprio perché sono un
materiale che ben si presta a dare forma a ogni nostra idea.
A introdurre il tutorial di oggi, dall'atmosfera e dai
colori decisamente primaverili, è proprio la voce di Albertina, che indosserà
un abito, realizzato interamente a mano in fimo, ispirato ai colori della
natura e al magico mondo dei fiori. Albertina ci condurrà in un mondo da favola
attraverso una breve “fimo-story” che ci permetterà di comprendere meglio alcuni passaggi delle
fasi di lavorazione del fimo. Spero permetterà soprattutto a chi è alle prime
armi, di familiarizzare simpaticamente con questo materiale, secondo lo spirito
che anima il progetto del mio blog. Attraverso un linguaggio espressivo che
mescola alla pasta polimerica emozioni, esperienze e racconti in fimo, sono i personaggi o le creazioni stesse a
guidarci in un itinerario polimerico dalle tante suggestioni.
La “fimo-story” che Albertina ci racconterà diventa quindi,
in quest’ottica, un espediente creativo per spiegare in modo diverso sia il
passaggio di solidificazione del fimo attraverso il processo di cottura che
avviene nell’arco di pochi minuti all’interno di un fornetto sia alcune fasi
della sua lavorazione e delle sue caratteristiche.
“….. stanca mi addormentai, pensando a che abito sarebbe stato meglio indossare l’indomani per il primo appuntamento con lui. Mi ritrovai piccolina così, non so come, all'interno credo di una grande “sartoria creativa” dove gli scaffali, che arrivavano fino al soffitto, erano ricoperti dai materiali più strani e insoliti per creare degli abiti da fiaba. “Avrei bisogno di un vestito che possa durare per sempre, come l’amore … spero!”- dissi romanticamente dopo essermi schiarita la voce.
La sarta, che
era dietro al bancone, si girò tutta sudata e, dopo avermi scrutata
attentamente dall'alto in basso, aprì di scatto alcuni scatole dalle quali fece
rotolare fuori alcune sfere di un materiale plastico che quasi mi colpirono,
andando poi a finire pressate tra i pesanti rulli di una macchina per fare la
pasta.
Mi guardai
intorno incredula e sempre più accaldata: dopo qualche istante vidi uscire dai
rulli una sfoglia bianca sottile come un tessuto che, al tatto, mi ricordò la
consistenza lievemente appiccicosa delle paste modellabili che usavo da
bambina.
“Qual è il
tuo fiore preferito, mia cara?” – mi domandò la sarta con gli occhi
improvvisamente immobili e fissi nel vuoto, come fossero quelli di plastica di
una bambola.
Mi accorsi
che la temperatura all'interno della sartoria stava aumentando sensibilmente.
La donna
davanti a me, a causa dell’alta temperatura sembrava sempre più irrigidita nei
suoi movimenti come fosse bloccata nei suoi abiti.
Mi si
avvicinò e seria, con il volto quasi pietrificato, avvolse intorno alla mia
vita quella stoffa plastica giusto in tempo prima che le sue mani prendessero
per sempre forma solida.
“Esci da qui
e vestiti dei colori della Primavera: vai a rotolarti qui fuori nel prato come
facevi da bambina, e poi torna qui subito dentro. Ma fai presto, prima che la
temperatura diventi troppo alta!” – disse la sarta che ormai non riusciva più a
muoversi , bloccata nel suo vestito che era diventato completamente solido come
il suo corpo.
Feci come lei
aveva detto, corsi nel prato che era pieno di violette, mi rotolai sopra e
tornai all'interno della sartoria. Guardando il mio vestito vidi che erano
rimaste attaccate alla pasta del mio abito le violette del prato e che esse
rapidamente e magicamente stavano prendendo forma in fimo. Di
soprassalto mi svegliai tutta sudata. La mia camera quella notte d’estate era
un vero forno!”
Occorrente per realizzare una Albertina, una bambolina
bijoux vestita di abiti polimerici:
- pasta polimerica: bianca, viola, verde, gialla
- mattarello per paste polimeriche o macchina per la pasta
- dotter e cutter
- carta stagnola, carta da forno e nastro adesivo
- fornetto elettrico e termometro da forno
- scheletrino bambolina
- perla dal diametro di 1,5 cm
- charm a forma di borsetta, moschettone,
- 65 cm catenella a pallini argentata con chiusura, anellino apribile
- pinza con punte cilindriche
Dopo aver preparato sul piano di lavoro tutto
l’occorrente, scaldiamo tra le mani della pasta polimerica bianca fino ad
ottenere la forma di una sfera ci circa 3 cm di diametro.
Facciamo lo stesso scaldando e rullando tra i
palmi delle mani delle quantità più piccole di pasta viola, verde e gialla.
Schiacciamo con il pollice la sfera di pasta bianca sul
piano di lavoro, precedentemente rivestito di carta da forno fissata con del
nastro adesivo. Passiamo la pasta bianca nel rullo della macchina per la pasta
fatta in casa, se ne abbiamo una da dedicare interamente alle paste
polimeriche, oppure, in caso contrario, stendiamo la pasta bianca con un mattarello
per paste sintetiche fino ad ottenere una sottilissima sfoglia dello spessore
di uno o due millimetri massimo.
Dalla sfoglia così stesa ricaviamo, con l’aiuto di un
cutter, un trapezio con la base maggiore di circa 10 cm, la base minore di
circa 8 cm e l’altezza di circa 3,5 cm.
Rivestiamo il corpicino della bambolina con della carta
stagnola, avendo cura di tenere avvolte insieme braccia e gambe in modo che
esse non vadano a intralciare le successive fasi di lavorazione.
Rullando con il palmo della mano sul piano di lavoro le
piccole sfere di pasta viola e verde otteniamo due salamini: uno viola, del
diametro di 0,5 cm e uno verde del diametro di 0,1 cm . Dal verde ricaveremo i
sottili steli delle violette polimeriche; dal viola, tagliato a fettine
sottili, modelleremo i petali delle violette.
Applichiamo i sottili cordoncini di pasta verde disponendoli
a nostro piacimento sulla stoffa polimerica bianca per cominciare a trasferire
i colori del nostro prato ricoperto di profumatissime violette. Con il mattarello appiattiamo le piccole e sottili rondelle
di pasta viola e andiamo ad applicarle e a disporle, con l’aiuto di un dotter,
esercitando una piccola pressione sul vestito per farle aderire bene.
Una volta terminata la decorazione fiorita, con un movimento
rapido di mano, senza ago né filo, andiamo ad arricciare la parte superiore
della gonna dell’abito. Ricaviamo poi con il cutter, dagli scarti della pasta
bianca una sottile fascetta ( 4 cm x 2 cm) di pasta dalle estremità a punta che
diventerà il corpetto dell’abito.
Facciamo aderire intorno alla vita della bambolina la parte
arricciata della gonnella, avendo cura di far combaciare i lembi di stoffa
polimerica nel punto di giuntura sul retro della bambolina. Applichiamo quindi
il top bianco sovrapponendo sulla schiena le due punte del corpetto.
E questo è il risultato finale, fronte e retro, prima della
cottura. Per un effetto ancor più realistico possiamo applicare delle
piccolissime palline di pasta gialla all’interno dei fiori di violetta.
Albertina, la bambolina bijoux con il suo abito polimerico si veste dei
colori della primavera, dei colori delicati e dei profumi intensi dei nostri
prati.
Ora non resta che adagiare
con delicatezza la bambolina sul vassoio del nostro fornetto elettrico
rivestito di carta da forno. Il fimo e le paste modellabili in generale infatti
sono termoindurenti il che vuol dire che andranno ad assumere forma solida solo
dopo un procedimento di cottura come ci raccontava Albertina nella “fimo-story”
introduttiva. Consiglio sempre, trattandosi di materiale plastico, di inserire
all’interno del fornetto elettrico un termometro da forno in modo da poter
verificare sempre l’effettiva temperatura raggiunta internamente così da
evitare l’inconveniente di spiacevoli bruciature. Cuciniamo la bambolina alla temperatura di 120° per 20
minuti.
Dopo che la creazione si è raffreddata infiliamo, come testa, nel perno fissato sul collo della bambolina, una perla; con la pinza dalle punte cilindriche rigiriamo la parte in eccesso del perno andando ad ottenere un occhiello nel quale inseriremo un piccolo moschettone.
Fissiamo quindi, con un anellino apribile, il charm a forma
di borsetta alla mano forata della bambolina. Facciamo passare nel moschettone
la catenina e la collana è pronta.
Et voilà, una nuova Albertina non vede l’ora di essere messa
al collo e per farci portare con noi i colori della primavera che attraverso il
fimo dureranno per sempre!
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